Il diabete è una malattia cronica caratterizzata da livelli elevati di glucosio nel sangue (iperglicemia). Per la gestione del diabete è necessario comprendere quali sono i meccanismi che il nostro organismo utilizza per assimilare i cibi. Quello che noi mangiamo viene digerito e trasformato in zuccheri semplici (glucosio), che vengono poi trasportati nelle cellule come fonte di energia. L’insulina è un ormone prodotto dal pancreas che permette al glucosio di penetrare nelle cellule ed essere utilizzato come fonte di energia.
Diabete tipo 1, diabete tipo 2 e Glucosio
Il diabete si manifesta quando il pancreas non produce insulina (diabete tipo 1) oppure quando il corpo non è in grado di produrne una quantità sufficiente o di utilizzarla efficacemente (diabete tipo 2). In entrambi i casi il glucosio si accumula nel sangue e causa iperglicemia. Sembra che lo stile di vita sempre più sedentario e la diffusione di cattive abitudini alimentari possano spiegare la continua crescita del numero di persone che si ammalano di diabete.
Le persone ad alto rischio di diabete devono essere incoraggiate all’introduzione di un’alimentazione ricca di fibre provenienti da ortaggi, frutta e cereali non raffinati e povera di grassi di origine animale (come burro, lardo) la tipica dieta mediterranea.
Sintomi del diabete tipo 1
Diabete tipo 1 cosa comporta? Sintomi, generalmente ben riconoscibili come:
- minzione frequente
- fame e sete eccessive
- perdita di peso
- alterazione dell’umore e confusione mentale
- possibile presenza di glucosio e di chetoni nelle urine
- diagnosticato più comunemente prima dei 30 anni di età
Sintomi del diabete tipo 2
Si stima che la diagnosi clinica di diabete di tipo 2 sia mediamente preceduta da una fase asintomatica della durata di circa 7 anni, durante i quali l’iperglicemia esercita effetti dannosi, cosicchè al momento della diagnosi clinica sono spesso già presenti le complicanze della malattia.
È verosimile, quindi, che la diagnosi tempestiva della malattia consenta di ridurre il rischio di complicanze. Il diabete di tipo 2 è diagnosticato più comunemente dopo i 40 anni di età.
Diabete tipo 2 cosa comporta:
- Polinuria (minzione abbondante)
- Polidipsia e Polifagia (aumento della sete e della fame)
- Disturbi visivi
- Perdita di peso (raramente)
Gestione diabete: com'è?
Punto cardine della gestione del diabete è intraprendere uno stile di vita sano: adottare abitudini alimentari corrette ed eseguire una regolare attività fisica aiuta a migliorare il controllo glicemico, sia nel diabete di tipo 1 sia di tipo 2. Un calo ponderale è raccomandato per tutti i soggetti adulti in sovrappeso oppure obesi.
L’attività fisica e la correzione dello stile di vita sono componenti fondamentali per un programma di calo ponderale e sono di grande utilità nel mantenimento dei risultati ottenuti.
Nelle persone con diabete tipo 1 la terapia insulinica deve essere integrata in un programma nutrizionale e di attività fisica individuale per evitare il rischio di iperglicemia, ma anche di ipoglicemia.
Il diabete può essere controllato?
Gli strumenti a disposizione del team diabetologico e della persona con diabete per tenere sotto controllo la malattia sono un’alimentazione corretta, l’attività fisica, la terapia farmacologica e soprattutto l’autocontrollo della glicemia. La frequenza dell’autocontrollo deve essere adattata agli eventi intercorrenti e intensificata in presenza di situazioni cliniche quali patologie intercorrenti, ipoglicemie inavvertite, ipoglicemie notturne, variazione della terapia antidiabetica.
Un buon autocontrollo non significa solo verifica dei valori di glucosio, ma anche interpretazione e monitoraggio dei risultati e conseguenti interventi terapeutici volti a migliorarli. Praticare un autocontrollo strutturato comporta misurare la glicemia con la giusta frequenza, al tempo giusto e nella giusta situazione, così da generare informazioni utili che portino alle giuste azioni correttive.
Diabete cosa mangiare e cosa fare per tenerlo sotto controllo
Il diabete si cura soprattutto con una alimentazione più sana, quella che tutti dovremmo praticare: pochi grassi, carni rosse uova e formaggio con moderazione, largo a frutta e verdura. Un attento controllo delle abitudini alimentari, associata ad un'adeguata attività fisica, rappresentano la prima forma di prevenzione di queste patologie.
Alcuni principi per una corretta alimentazione sono:
controllare le calorie introdotte in modo da tenere il peso il più possibile nella normalità o da ridurlo, in caso di sovrappeso, almeno del 10%
suddividere i nutrienti in modo equilibrato (50% dell’apporto calorico dovrebbe derivare da carboidrati, 20% proteine, 30% da grassi)
arrivare a cinque porzioni di vegetali al giorno (almeno 300 meglio 600 grammi)
preferire il pesce o le carni bianche alla carne rossa per il ridotto contenuto in colesterolo
preferire i cibi integrali a quelli derivati da farina “00”
condire solo con olio d’oliva extravergine
limitare il sale a tavola e in cottura
limitare gli alimenti ricchi in grassi animali (formaggi, salumi, prodotti dolciari)
A volte, la correzione dello stile di vita può non bastare. Il pancreas non riesce sempre a produrre l’insulina necessaria in termini di qualità o quantità. In questi casi la glicemia è spesso alta.
Controllare regolarmente la glicemia e mantenerla il più possibile vicina ai propri valori di riferimento: è possibile eseguire un autocontrollo domiciliare dei valori di glucosio utilizzando un misuratore di glicemia e seguendo le indicazioni del medico per quanto riguarda la frequenza delle misurazioni.
Controllare il valore dell’emoglobina glicata (HbA1c)
Effettuando il test dell’HbA1c è possibile stimare la media della glicemia dei 2-3 mesi precedenti e, in tal modo, valutare l’efficacia della terapia. Per determinare se il controllo metabolico è stato raggiunto e mantenuto nell’obiettivo terapeutico è consigliata una misurazione indicativamente ogni 3 mesi. Il trattamento del diabete deve essere tempestivamente adattato in ogni paziente fino a ottenere valori di HbA1c stabilmente inferiori a 7%; valori, questi, che consentono di prevenire l’incidenza e la progressione delle complicanze microvascolari.
Il controllo glicemico è valutabile in maniera migliore analizzando parallelamente sia i risultati dell’automonitoraggio glicemico sia il dosaggio dell’HbA1c, poichè consente di verificare anche la presenza di ipoglicemie o di iperglicemie.